Cultura ed Eventi

Terrevolute, quattro protagoniste del mondo della bonifica racconteranno i passi avanti fatti dalle donne

11 Marzo 2022

Il tempo delle donne che portavano il pranzo ai mariti cariolanti e badilanti nei territori di bonifica del Veneto è un’immagine che appartiene alla storia. Da diversi anni anche i Consorzi di bonifica, ambiti storicamente maschili, si sono aperti alle professionalità e alle competenze delle donne.

Lo raccontano Elisabetta Novello, professoressa di Storia economica presso l’Università degli Studi di Padova, Stefania Fagotto, Capo Settore Affari Generali del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, Raffaella Zucaro, ricercatrice Senior Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, da poco Direttrice del Consorzio CER – Canale Emiliano Romagnolo e Alessandra Furlani, agronoma, Responsabile comunicazione istituzionale per il Consorzio della Bonifica Renana. Quattro donne protagoniste di attività ed eventi legati a un progetto di valorizzazione culturale del patrimonio materiale e immateriale delle terre di bonifica da una parte, e a un percorso di condivisione di ricerca ed esperienza tra il mondo della bonifica e il mondo accademico, dall’altra.

Un futuro che i consorzi veneti stanno costruendo a partire dagli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 e che saranno al centro delle giornate di studio di Terrevolute 2022 proprio riflettendo sul significato del centenario del primo Congresso Regionale Veneto delle bonifiche del 1922 di San Donà di Piave che si tenne il 23-25 marzo e che si trasformò da evento regionale in evento nazionale con la partecipazione di esperti e studiosi d’ogni parte d’Italia.

Elisabetta Novello ha conseguito la sua tesi di dottorato in Storia Urbana e rurale con una ricerca sulla storia delle bonifiche nel Veneto. Da allora la passione per storia della trasformazione del territorio l’ha portata a stringere rapporti sempre più stretti con i Consorzi di bonifica da una parte e ad attivare, per la prima volta, nell’Ateneo di Padova un corso di Storia ambientale.

“La storia ambientale – sottolinea Elisabetta Novello – insegna che solo un approccio multidisciplinare può realmente aiutare la ricerca a progredire, e questo vale tanto per la ricerca pura quanto per quella applicata, per la ricerca accademica e per i progetti realizzati dai Consorzi di bonifica. Il dialogo e il confronto fra le diverse scienze dure e tra quest’ultime e le cosiddette scienze umane è fondamentale per costruire una società realmente sostenibile. Il Progetto Terrevolute nasce e si sviluppa proprio allo scopo di intensificare la comunicazione fra i diversi ambiti di ricerca e di includere in un comune processo di crescita culturale ed economica altri enti di ricerca, associazioni, amministrazioni locali e portatori di interesse. L’obiettivo finale è quello di una transizione ecologica che sia il frutto di un lavoro collettivo e condiviso”.

Le donne oggi sono più che mai al centro. Se in passato il mondo femminile nelle terre di bonifica avevano un ruolo secondario, ancillare rispetto a quello degli uomini, il tempo ha dimostrato che la cura del territorio, l’attenzione all’ambiente e alla buona gestione delle risorse idriche attraverso tecnologie e interventi di salvaguardia, beneficiano di professionalità femminili ad altissimo livello. Il ruolo dei consorzi di bonifica sarà oggetto di excursus storico e spazio riflessione anche alla luce del Centenario del Primo Congresso regionale Veneto delle bonifiche che si tenne nel 1922 a San Donà di Piave e che si celebrerà il prossimo 23 marzo con un convegno ad hoc.

“Storicamente – spiega Stefania Fagotto del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale – il ruolo delle donne in bonifica è piuttosto sfuggente. Per carenza di testimonianze documentarie in primo luogo. Pensando agli “anni eroici” della bonifica, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, le figure che emergono sono quasi esclusivamente maschili. Tra i grandi proprietari fondiari – evidenzia ancora solo qualche figura femminile degli strati eminenti della società riusciva infatti ad emergere individualmente. Si pensi a figure come la Contessa Cecilia Zeno Mocenigo Soranzo de Soresina, proprietaria dal 1906 dell’importante azienda estesa da Cessalto a Fossà, o alla Contessa Maria Pia De Concina, proprietaria di una vasta tenuta presso Lison, o ancora a Carlotta Prosdocimi Romiati, proprietaria terriera, intellettuale ed artista. Invece – sottolinea ancora – tra i realizzatori della bonifica, quindi tra i progettisti, Direttori e Presidenti dei Consorzi, amministratori ecc. le donne non lasciano sostanzialmente traccia, se non al momento dell’ingresso nell’organigramma dei Consorzi in qualità di applicate dattilografe o segretarie, lavori “tradizionalmente” femminili. Se pensiamo alle migliaia di operai della Bonifica, badilanti, cariolanti, spondini ecc., è lecito immaginare il ruolo importante di supporto, di sostentamento, svolto da madri, mogli e sorelle ma anche qui le tracce reperibile negli archivi sono pochissime e le donne vi compaiono appunto come madri, mogli, sorelle di qualcuno.

Le cose sono molto cambiate nel corso dei decenni. La Bonifica è cambiata, si è evoluta, non più solo drenaggio e irrigazione ma una visione globale del territorio, dell’ambiente e delle sfide che questo pone nell’ottica di uno sviluppo che si vuole sempre più sostenibile. Ed è cambiato molto anche il ruolo delle donne in Bonifica, specchio della società italiana. Da qualche anno a questa parte sono sempre più numerose le donne che lavorano in bonifica con ruoli di responsabilità, ruoli organizzativi come capo settore o capo ufficio, ruoli tecnici (geometri, ingegneri), anche se ancora poche anche come componenti dei Consigli di Amministrazione.”. Innovazione, cura dell’ambiente, contrasto al dissesto idrogeologico. Nei consorzi di bonifica le professionalità tecniche sono estremamente richieste, e molte giovani donne sono in ruoli chiave, come racconta Raffaella Zucaro del Crea.

“Il ruolo delle donne nei consorzi di bonifica – spiega Zucaro – è cambiato negli ultimi anni. Ingegneri e agronomi donne hanno raggiunto posizioni anche apicali. Un cambio di passo che si evidenzia con una maggiore attenzione ai temi legati alla tutela dell’ambiente. Andando indietro nella storia delle bonifiche, le donne erano moglie e madri che con il loro lavoro sostenevano gli uomini. Oggi le donne sono ingegneri, sono agronomi, pianificano interventi e strutturano progetti innovativi per mettere in sicurezza il territorio dai rischi derivanti dal cambiamento climatico”.

“Nel Crea – sottolinea la ricercatrice che si è formata in Arizona proprio sui problemi di emergenza idrica, ha potuto approfondire questi temi nel 1997, quando in Italia non erano ancora diffusi – mi sono trovata a strutturare negli anni un gruppo di lavoro prevalentemente femminile. C’è molto interesse da parte delle donne ad approcciare temi di natura ambientale, probabilmente sono più vicini al nostro sentire. Ho avuto modo di approfondire le tematiche e gli aspetti tecnici lavorando anche a supporto del Ministero dell’agricoltura dove ho lavorato a stretto contatto con i Consorzi di bonifica. Eravamo nel 2000 e la presenza delle donne era molto limitata. Ora la presenza femminile cresce, e non solo di numero: tante donne sono state nominate presidenti dei Consorzi di bonifica, o rivestono ruoli apicali, e ci sono molte ingegneri donne. Un’apertura enorme, che fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile. Nella mia squadra presso il CREA – osserva Zucaro – ben due terzi sono donne: sono ingegneri, agronomi, giuristi e amministrativi per la gestione dei progetti. Nel Crea, a dirla tutta, le donne sono molto rappresentate e, in particolare, nel mio Centro di ricerca, Crea-Politiche bioeconomia, il nuovo direttore insediatasi a gennaio è una donna”. Anche Alessandra Furlani, veronese, agronoma e responsabile della comunicazione del Consorzio per la bonifica renana il cui motto è, “ogni goccia d’acqua è un minuto di futuro”, conferma il cambio di passo.

“Negli ultimi anni in Consorzio – sottolinea Furlani – si è assistito ad un importante ricambio generazionale e il 70% dei nuovi assunti è donna. Si tratta di figure dotate di laurea tecnica, economica e gestionale (ingegneri in prevalenza ma anche naturaliste ed economiste). La cosa che mi ha fatto molto piacere e che accomuna tutte le nuove colleghe sono gli ottimi curricula scolastici (alcune con master e phd anche all’estero) la grande determinazione e professionalità nell’approccio alle loro attività. Inoltre anche il direttore dell’area tecnica della Renana è una donna così come la neopresidente, donna e mamma. Vedo un progressivo cambiamento e un grande investimento nelle capacità delle donne”.

Terrevolute – Festival della bonifica, quest’anno alla sua quinta edizione, si terrà dal 26 al 29 maggio a San Donà di Piave, con eventi organizzati anche nei comprensori degli altri Consorzi di bonifica veneti. Il Comitato organizzatore è composto dai rappresentanti di ANBI Veneto, dell’Università degli Studi di Padova, del Consorzio di bonifica Veneto Orientale, del Comune di San Donà di Piave e di ANBI Nazionale. Primo obiettivo del Festival, di cui è responsabile scientifico la prof.ssa Novello, coadiuvata dall’esperienza della dott.ssa Fagotto, è quello di sensibilizzare la cittadinanza, gli enti pubblici, le istituzioni formative e le attività produttive ai temi ambientali ed economici legati al mondo della bonifica. Dopo le prime due edizioni, nel febbraio del 2020 l’ANBI Nazionale ha lanciato il Progetto Terrevolute 2022, coinvolgendo 14 diverse università italiane, oltre a numerosi enti e associazioni, a diverso titolo coinvolti nella tutela e nella gestione del territorio.

Sono stati così creati 4 diversi Tavoli Tecnici, composti ognuno da circa 25 membri, focalizzati sull’analisi degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea. Al Comitato Scientifico, che coordina il Progetto, di cui sono membri la dott.ssa Furlani, la dott.ssa Zucaro e la prof.ssa Novello, spetta il compito di compilare, entro il 2022, le Linee guida operative e istituzionali che dovranno ispirare l’azione dei Consorzi di bonifica nel corso dei prossimi anni. Questo Progetto ha l’obiettivo di fornire un importante contributo a un processo di pianificazione futura che sia basato sulla prevenzione e non sull’emergenza.