Politica

Rosanna Conte: dall’Ue nessun fondo per la ripresa del turismo

16 Luglio 2020

«Il turismo, nonostante sia il settore economico più colpito dalla crisi del coronavirus, non avrà una linea di bilancio Ue specifica per la ripresa».

Le parole sono dell’europarlamentare della Lega Rosanna Conte, dopo la conferma avuta dal commissario europeo al Turismo, Therry Breton, in risposta ad una sua interrogazione nella quale aveva fatto presente la drammatica situazione creatasi nel settore, con riferimento anche alle spiagge del litorale Veneto e alle condizioni in cui si è venuto a creare il turismo per effetto della pandemia.

«Per Bruxelles – continua Conte –, mi è stati risposto, saranno gli Stati membri a decidere le priorità per la ripresa e le esigenze di investimento. In altre parole la Commissione europea se ne lava le mani ed elenca una serie di fondi già esistenti cui le imprese turistiche potrebbero accedere come se la problematica di milioni di europei che vivono di turismo si riducesse a questo. Il problema è che serve un piano ad hoc da parte dell’Ue per rilanciare il settore, con misure specifiche e risorse adeguate. Lo stesso Breton, a fine maggio, aveva preannunciato un piano per il turismo con addirittura ben il 20% dei fondi del piano di ripresa della Commissione, il Next Generation EU, destinati al settore. Oggi, la risposta del commissario conferma quanto temevamo: da Bruxelles arrivano solo promesse da marinaio. All’assenza dell’Europa si aggiunge purtroppo quella del governo italiano. Basti pensare che solo il Veneto registra a oggi un calo di oltre 3 milioni di presenze, nonché una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro. E che dire delle località turistiche della costa veneziana dove molti alberghi, esercizi commerciali e appartamenti sono tuttora chiusi e difficilmente potranno aprire?  Mi riferisco a Caorle, Bibione, Jesolo e a tutte quella realtà che hanno una stagione estiva sempre particolarmente intensa i cui operatori versano in una situazione particolarmente complicata stante la forte riduzione di turisti stranieri e la presenza altrettanto bassa di turisti italiani che penalizza, di fatto, tutti i comparti. È evidente che senza una ripresa del turismo non potrà esservi una ripartenza dell’economia. Lasciare soli imprenditori e lavoratori del settore significa condannare il Paese alla recessione. Bruxelles afferma che il compito di sostenere i nostri operatori turistici spetta ai singoli Stati membri. Ebbene, il governo si dia una svegliata e risponda alle istanze del settore».