Territorio

Jesolo, il sindaco De Zotti sugli ennesimi episodi di malamovida giovanile e non

22 Luglio 2024

I tempi cambiano, e se una volta per divertirsi bastava una birra in compagnia ascoltando buona musica in un locale o ballando in discoteca, adesso pare arrivato dappertutto il tempo degli eccessi. Forse, tra i giovani e giovanissimi, una quota di colpe la hanno anche il mondo dei social, dove tutto deve essere sensazionalistico per essere “trendy” e considerati.

L’ennesimo episodio di violazioni alla vendita e al consumo di alcol sul territorio, compresa ancora una volta la somministrazione di superalcolici a tre minorenni (due di 17 e un di 16 anni) è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e il sindaco di Jesolo Christofer De Zotti si è sfogato con un lungo post di analisi della situazione, proponendo possibili soluzioni più concrete rispetto alle misure attualmente adottate dai vertici sovracomunali adibiti alla sicurezza.

«Il tema della sicurezza delle nostre città vede tutti noi, istituzioni e forze dell’ordine, agire nel migliore dei modi ma con strumenti non adatti a gestire fenomeni nuovi, in continuo e rapido cambiamento – introduce De Zotti –. Il tema baby gang e malamovida, ad esempio, si manifesta in questi mesi con tratti nuovi e diversi, che non vedevano lo scorso anno e che forse saranno superati il prossimo».

Per il primo cittadino gli attuali provvedimenti non sono più un deterrente ai cattivi comportamenti.

«È necessario pensare a provvedimenti e sanzioni nuovi – continua il sindaco –, che riescano ad essere più efficaci degli strumenti che abbiamo a disposizione oggi. Per essere efficaci devono produrre una penalizzazione che sia percepita come tale da chi commette un illecito o un comportamento socialmente riprovevole. Se oggi non si ha paura di un daspo, di una denuncia per rissa o di altro è perché la conseguenza non è ritenuta come pesante o come reale o si ritiene che arriverà molto in là nel tempo.

Le norme devono inseguire la realtà ed essere più “pragmatiche”».

De Zotti prova così a proporre soluzioni più drastiche, ma maggiormente risolutive dei problemi: dall’obbligo di firma serale nei fine settimana al braccialetto elettronico, passando per l’autenticazione con SPID per accedere ai social e limitarne l’uso ai minori.

«Mi permetto di formulare qualche proposta – avanza De Zotti –, guardando i fenomeni che vediamo a Jesolo e le loro dinamiche.

Per prima cosa dobbiamo fare in modo che chi va in una località di mare non per divertirsi ma per fare casino o con il deliberato obiettivo di fare casino o violenza, sia allontanato realmente dal territorio. Ad esempio i fogli di via dovrebbero essere accompagnati da misure che rendano sicuro che l’allontanamento da un territorio sia reale: penso ad esempio ad un obbligo di firma a domicilio, nei weekend e negli orari serali. Nei casi peggiori, ad esempio risse o violenze per futili motivi, perché non pensare a dispositivi di tracciamento come il braccialetto? Ciò eviterebbe di sapere, ad esempio, che un soggetto pericoloso il sabato sera si trova a casa sua e non ad esempio in piazza Mazzini. Colpire quindi nel bene prezioso il violento: la sua possibilità di spostamento.

Un altro aspetto: spesso i social sono un corollario di comportamenti violenti o incivili, di cui ci si vanta online. E allora perché non rendere per una volta tanto obbligatorio l’accesso ai social attraverso SPID o CIE? Questo renderebbe ad esempio più facile impedire l’accesso ai minori. Ma permetterebbe anche di imporre delle sanzioni “accessorie” ma sicuramente più “pesanti”: per chi fa risse o commette dei reati in luoghi turistici, la sospensione degli account per un certo periodo di tempo.

Un terzo aspetto: ci sono zone dei nostri territori che sono più sensibili e delicate. Dovremmo avere la possibilità di circoscriverle e di adottare dei sistemi di identificazione preventiva delle persone che vi accedono. Ma anche di poter finalmente usare, sempre in casi circoscritti e momenti particolari, la identificazione dei volti delle persone da parte dei sistemi di videoanalisi delle telecamere pubbliche.

Infine, dobbiamo ripensare i sistemi di detenzione. Perché non prevedere la possibilità di irrogare microdetenzioni di 24 ore ad esempio per chi fa una rissa?».

Molte proposte quelle del sindaco, che non ci sta più a vedere denigrata l’immagine della sua amata città, moderna, all’avanguardia nazionale per l’offerta turistica, apprezzata da milioni di turisti e soprattutto dai suoi residenti. Ma che invece si ritrova puntualmente sulla stampa a causa di poche manciate di ragazzini che trovano come valvola di sfogo per divertirsi l’insana violenza e gli eccessi.

«Sono delle proposte conclude il sindaco De Zotti –, magari non sono quelle giuste, ma credo sia utile ripensare gli strumenti per arginare questi fenomeni. Di sicuro sarà necessario avviare degli aggiustamenti normativi, perché alcune di queste cose oggi non si possono fare. Ma per garantire la sicurezza dei nostri territori ci si deve pensare».