Territorio

Il bilancio dell’attività dei punti di primo intervento del litorale nella prima parte di stagione

18 Agosto 2023

Aumentano le persone che si rivolgono ai punti di primo intervento nelle località turistiche di Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, e contemporaneamente diminuiscono i tempi d’attesa per effetto di una nuova gestione interna.

A confermarlo è il bilancio dell’attività nel mese di luglio che registra l’accesso di 7.276 persone nei punti di primo intervento presenti sul litorale di competenza Ulss 4, con un incremento del 10% nei ppi di Jesolo e Bibione, del 6% nel ppi di Caorle, mentre il ppi di Cavallino Treporti registra numeri in linea con l’estate 2022.

Il più “movimentato” risulta il punto di primo intervento avanzato di Jesolo, con assistenza fornita nel mese di luglio a 3.045 persone, una media di 101 al giorno.

La maggioranza degli accessi è avvenuta (dal 60 al 76%) per problemi codificati in codice minore, ossia non urgenti, differibili.

La maggioranza dell’utenza ha lamentato problemi nati principalmente da disattenzioni in ambiente di vacanza, come traumi (30%), distorsioni, fratture, a seguire otiti, infezioni agli occhi e delle vie urinarie, gastroenteriti.

Nei punti di primo intervento di Bibione, Caorle, Jesolo e Cavallino Treporti i turisti vengono accolti da personale interprete-amministrativo che fornisce loro un primo supporto relativo al percorso di cura più appropriato, ma ancora più apprezzato è il servizio di mediazione linguistica fornito ai turisti di lingua straniera.

Nell’estate 2023 si registra inoltre la riduzione generale dei tempi d’attesa nei ppi del litorale afferente all’Ulss 4, che a Jesolo si attesta mediamente a 28 minuti.

“Al punto di primo intervento di Jesolo sono stati attivati in via sperimentale due ambulatori ad accesso diretto, di ortopedia e di guardia turistica, che hanno portato ad importanti riduzioni nei tempi d’attesa – osserva il direttore generale dell’Ulss 4, Mauro Filippi –. Sono attività collegate direttamente al pronto soccorso e possono gestire in tempi molto brevi i casi meno gravi, che poi sono anche i più numerosi, lasciando al personale dell’urgenza emergenza la gestione dei casi più complessi. È un modello di gestione vincente e potrà essere replicato anche nelle altre unità di emergenza urgenza”.