Territorio

Altino, presentato il progetto del nuovo Parco archeologico

1 Febbraio 2022

Finanziato dal Ministero della cultura con 1 milione e 700 mila euro, il parco archeologico di Altino, in attesa del riconoscimento istituzionale, muove ora i primi passi. Sarà un «museo all’aperto», che unirà dunque la parte attualmente contenuta nel Museo archeologico con quella degli scavi, in un unico percorso più fruibile al pubblico che racconterà la storia di un luogo e del suo paesaggio in tutti i suoi aspetti.

Il progetto: una nuova esposizione

Il primo cambiamento fondamentale prevedrà non più «solo» l’esistenza del «Museo» e dell’«Area archeologica» intesi come elementi separati, ma la nascita di un «parco archeologico» perimetrato.

Verrà creata innanzitutto una continuità tra la prima area archeologica e AltinoLab al quale si accederà direttamente aprendo un passaggio sul giardino. Verrà migliorato anche il collegamento tra AltinoLab e la seconda area archeologica (della porta-approdo). Le due zone sono adiacenti, ma oggi separate da siepi e recinzioni, tanto che, per recarsi dall’uno all’altra, è necessario portarsi sulla strada provinciale, in quel punto peraltro stretta e priva di marciapiede.

In questa seconda zona non sono presenti resti archeologici a vista e dunque verrà proposta una passeggiata prevalentemente naturalistico-ambientale, durante la quale si porteranno i visitatori a «percepire» la relazione con la città sepolta, realmente presente anche se non visibile proprio sotto i loro piedi.

Parte integrante del percorso sarà il passaggio accanto ad una parte del campo, ora in uso agrario ad un’azienda agricola che lo coltiva con grani antichi, nel rispetto dell’agricoltura naturale e dei resti archeologici.

Allo stesso tempo, AltinoLab svilupperà in modi diversi rispetto al passato la sua duplice natura di spazio aperto al pubblico e di lavoro e studio. La “torretta”, parte integrante del corpo edilizio di nuova costruzione del Museo sarà il luogo fisico sul quale puntare per cominciare il racconto topografico della città sepolta: il terrazzo sopraelevato permetterà infatti di cogliere il paesaggio nel modo migliore possibile.

«Il progetto mira a far comprendere ai visitatori che le aree museali e quelle archeologiche si trovano proprio qui per la presenza di un’antica città sepolta, seppur non visibile, – spiega Marianna Bressan, direttrice di Museo nazionale e Area archeologica di Altino – racconteremo un “unico mondo” che conterrà storia, arte, paesaggio e territorio e che sarà dunque in grado di mostrare a 360 gradi la storia di questi luoghi. Nel progetto inoltre verrà studiato anche il miglioramento dell’accessibilità per tutti».

Il contesto e gli scavi

Sotto la superficie della campagna altinate si trovano infatti i resti di una città millenaria, prima veneta e poi romana, emporio e crocevia di culture dal VIII sec. a.C. al VII sec. d.C. La città sepolta è da anni materia di ricerca archeologica. Il progetto prevede anche uno scavo estensivo nella più promettente tra le due aree archeologiche visitabili, l’«area del quartiere residenziale augusteo». L’obiettivo è che gli ulteriori scavi intercettino nuove strutture da lasciare a vista per estendere la fruizione attuale degli spazi. Quelle attuali, inoltre, verranno rivoluzionate con un ripensamento degli apparati didattici.

I finanziamenti

Finanziato dal Ministero della cultura con 1milione e 700mila euro, il progetto del parco archeologico potrà contare su 1,5 milioni di euro. Più di due terzi (circa 1,2 milioni di euro) andranno in lavori veri e propri a partire dal rifacimento dei percorsi, degli impianti, dei magazzini, degli allestimenti, passando per l’adeguamento degli edifici e gli ulteriori scavi archeologici. Il restante (300 mila euro) servirà per i servizi a partire dagli studi di indirizzo per il modello di sviluppo culturale e turistico, passando per il restauro, gli allestimenti, le traduzioni, la grafica e la comunicazione cui si aggiungeranno i progetti (dei lavori, dell’accessibilità).

«La creazione di nuovi flussi turistico-culturali nella Laguna Veneta è una priorità per le pubbliche amministrazioni, poiché ciò contribuisce alla tutela del patrimonio archeologico, storico e artistico presente nei centri urbani e disseminato nel contesto – spiega Daniele Ferrara, Direttore regionale Musei Veneto – occorre lavorare in condivisione tra pubblico e privato per orientare i residenti e i visitatori, italiani e stranieri, verso proposte culturali permanenti coincidenti appunto con percorsi di conoscenza e godimento dei tanti aspetti che l’ambito lagunare offre».

Il progetto del Parco Nazionale di Altino nasce inoltre anche da una proficua e stretta collaborazione tra Direzione Regionale Musei e Soprintendenza, a partire dal vincolo archeologico posto su tutta l’area urbana nel 2019. «Abbiamo condotto diverse indagini tra 2020 e 2021 – spiega Emanuela Carpani, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna – finanziate dal Ministero e dirette dal nostro funzionario archeologo Massimo Dadà. Queste ricerche ci hanno fatto meglio comprendere la conservazione delle strutture antiche. I risultati fino ad ora raggiunti verranno resi noti a breve in collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia».

Il progetto è stato presentato in anteprima stamane, presenti anche diversi rappresentanti del territorio, tra cui l’assessore veneziano Simone Venturini e il sindaco di Quarto d’Altino, Claudio Grosso. «E’ nel nostro DNA puntare, potenziare e rinforzare il cicloturismo nel territorio comunale offrendo al turista la possibilità di apprezzarne il paesaggio ambientale e gli aspetti storico archeologici – dice Claudio Grosso – in particolare questa possibilità verrà data attraverso il completamento di un circuito che comprende il tratto di Greenway che dal capoluogo arriva al Museo di Altino attraverso la nuova ciclabile sul Siloncello e ritorna al centro di Quarto d’Altino attraverso il percorso della memoria e la via Claudia Augusta. Si tratta di un’idea di ampio respiro che è finalizzata anche a supportare i nuovi interventi previsti per il parco archeologico».