Cronaca

Una nuova vita per il “Fortino” della Grande Guerra tra Noventa e San Donà

21 Maggio 2020

Dopo oltre trent’anni è tornato a vedere la luce quello che per molte generazioni di noventani e sandonatesi era il “Fortino”. Un edificio ridotto a rudere situato al confine tra i due Comuni in prossimità dell’ex iutificio, oggi accessibile e visitabile transitando da via Torquato Tasso a Noventa.

Il mito popolare del “Fortino” nasce nel Novembre 1917 durante la Grande Guerra con l’occupazione Austro-Ungarica delle nostre campagne e con la ritirata delle truppe italiane al di là del fiume Piave a tenere la linea. Nelle zone occupate adiacenti al “fiume sacro” sorsero trincee, postazioni di mitragliatrice e di artiglieria. Molti edifici vennero requisiti ad uso militare, tra questi ci fu anche il “Fortino”.

In origine era un’abitazione civile sorta a inizio novecento. Secondo alcune ipotesi, con la fuga dei suoi residenti gli austroungarici la convertirono a stazione radio e comunicazione in contatto con le trincee in prima linea. Nell’ottobre 1918 le truppe Italiane sfondarono le linee nemiche e un probabile colpo di artiglieria cadde sopra l’edificio danneggiandolo parzialmente mettendo fine al suo servizio bellico. La natura e l’incuria dell’uomo con il tempo fecero il resto.

 


(Il “Fortino” prima dell’opera di pulizia)

 

Per decenni è stato un luogo abbandonato nella campagna, divenuto discarica abusiva e ritrovo per tossicodipendenti e cacciatori. Alla fine degli anni ottanta la natura iniziò a prendere il sopravvento sul rudere, ingoiandolo tra arbusti e cespugli spinosi senza lasciar traccia della sua storia.

La riesumazione è avvenuta durante il recente periodo del lockdown, grazie ad alcuni residenti del posto, probabilmente colti dalla nostalgia e con molta voglia e tempo a disposizione per fare qualcosa di utile. Attenendosi alle ordinanze regionali, armati di mascherine e guanti, per diverse ore al giorno pezzo dopo pezzo lo hanno ripulito dentro e fuori, riportandolo alla luce nelle scorse settimane.

 


(Il “Fortino” dopo l’opera di pulizia)

 

«Oggi dopo oltre trent’anni il destino vuole che dalla finestra di casa lo possa ammirare più splendente di allora a poche decine di metri – commenta Morris Pavan, appassionato storico locale -. La mia speranza è che, finita l’emergenza, la riscoperta del “Fortino” possa sensibilizzare alcune associazioni storiche della zona, coadiuvate magari dalle amministrazioni dei due territori, e che dopo un’accurata bonifica e messa in sicurezza, lo si possa fregiare con l’istallazione di una targa ricordo e preservarlo dal corso della natura che inesorabile proseguirà nel tempo».