Cultura ed Eventi

Fattorie didattiche del Veneto, l’esperienza a Matera

16 Ottobre 2019

Tiziana Favaretto titolare dell’agriturismo “Ai Laghetti” di Meolo, in provincia di Venezia, e vicepresidente di Donne Impresa Coldiretti, ha portato la testimonianza delle fattorie didattiche della Regione Veneto al convegno di Matera organizzato questa mattina dall’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura) in collaborazione con la Fondazione Sassi.

“Il pane nel sistema delle Fattorie didattiche italiane” è il tema della tavola rotonda, organizzata dall’Alsia, nell’ambito del Festival La Terra del pane

 

L’imprenditrice agricola ha parlato del significativo contributo dell’agricoltura alla conoscenza del cibo sano e di tutti gli aspetti legati al corretto rapporto con i prodotti agroalimentari.

Nella giornata mondiale dedicata all’alimentazione, il tema affrontato durante il seminario è stato il pane, elemento base della dieta mediterranea. Via hanno partecipato funzionari di Basilicata, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Umbria oltre che del Veneto.

 

Tiziana Favaretto, vice presidente di Donne Impresa Coldiretti:

«Nell’impastare gli ingredienti, anche con le mani, si sviluppa tutto il concetto che nessuna lezione di scienza può tradurre in maniera diretta, come accade nei laboratori delle fattorie didattiche.

Tutti i passaggi e la dimostrazione del processo, dal seme fino alla pagnotta, è una sorta di manuale scientifico che l’operatore agricolo riesce a trasmettere alle nuove generazioni con una serie di semplici gesti. I bambini si approcciano a questo rito con curiosità ed incanto perpetuando una tradizione casalinga. L’esperienza giornaliera ci ha portato, inoltre, a confrontarci con le difficoltà della nutrizione, i falsi miti, le allergie. In questo senso molte imprese hanno aderito ad un progetto di recupero degli antichi grani oramai dimenticati come il Senatore Cappelli, il Tumminia, il Monococco.

In alcuni casi le donne lavorano le farine ancora con la macinazione a pietra così da mantenere le proprietà nutrizionali presenti nel chicco. L’equilibrio tra amido e glutine ci permette di somministrare il prodotto anche in caso di intolleranze.

La nostra è una grande responsabilità che sentiamo verso i consumatori, nonostante le difficoltà della filiera, il crollo dei consumi e il giusto valore non riconosciuto al produttore».

 

 

 

Dal palco, la vice presidente di Donne Impresa Coldiretti ha lanciato quindi un appello a salvare l’identità dei pani in Italia a rischio estinzione, proprio nella patria di uno dei cinque esempi registrati e tutelati a livello comunitario che hanno permesso al Belpaese di conquistare il primato europeo con centinaia di specialità tradizionali censite nelle diverse regioni.