Cronaca

Musile, Guardia di Finanza e Polizia di Stato smantellano “stazione” di stoccaggio stupefacenti

15 Gennaio 2025

All’alba di ieri si è svolta un’articolata operazione di polizia con arresti, perquisizioni e sequestri – delegati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna – nei confronti di n. 15 persone fisiche, domiciliate in varie province italiane, indiziate di aver preso parte ad una organizzazione criminale italo/albanese dedita al traffico internazionale di stupefacenti che, dal 2020, ha importato e acquistato (dall’Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi) nonché detenuto e venduto sull’intero territorio nazionale (con, anche, alcune distribuzioni avvenute dall’Emilia Romagna verso la Calabria): kg. 23 di cocaina, kg. 06 di eroina, kg. 80 di hashish e kg. 240 di marijuana per un controvalore stimato in 8 milioni di euro.

La complessa attività di indagine ha disvelato un’associazione a delinquere tra le cui fila si annovera la presenza di soggetti appartenenti sia alla criminalità organizzata di tipo ‘ndranghetista sia di altri legati ad esponenti della criminalità laziale.

“Fa rabbrividire la notizia che in un capannone di un centro tranquillo della nostra regione come Musile di Piave sia stata attiva una stazione di stoccaggio che in un anno e mezzo ha raccolto tre quintali di stupefacenti, gestita da una organizzazione del narcotraffico internazionale composta anche da cittadini stranieri e legata alla grande criminalità organizzata – il commento del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia –. Invio un plauso riconoscente e la gratitudine a nome dei Veneti al personale delle Forze dell’ordine, alla Magistratura e a tutti gli uomini e le donne che a vario titolo hanno contribuito ad una così brillante operazione. Il loro impegno, la loro professionalità unita alla capacità investigativa hanno decretato la fine di punto significativo di un mercato di morte di cui lo stesso Veneto non era soltanto teatro ma anche vittima diretta se, come sembra agli inquirenti, i vettori dello smercio di diramavano non solo fino a luoghi lontani ma anche potrebbero aver rifornito piazze in tutto il Nordest”.