Cultura ed Eventi

Jesolo, il Vescovo ausiliario di Gerusalemme in città per il Sand Nativity: “A Gaza si muore ogni giorno. La guerra deve finire”

28 Novembre 2024

È arrivato in città nel pomeriggio da San Polo di Piave, la sua terra di origine. Domani sarà l’ospite per eccellenza all’inaugurazione dello Jesolo Sand Nativity, il presepe di sabbia dedicato quest’anno al dialogo interreligioso.

Monisignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme, è stato accolto con calore nella visita alla parrocchia di San Giovanni Battista da don Gianni Fassina.

Incontrando i giornalisti ha portato una testimonianza diretta di quello che sta accadendo in Medio Oriente, soprattutto nella zona a sud di Israele e in particolar modo a Gaza.

«Quello che si vede alla televisione – spiega – è molto meno di quanto accade nella realtà. Ci sono 120mila persone ferite che non hanno medicine. C’è chi muore per i bombardamenti e chi non può curarsi o mangiare. A Gaza è tutto distrutto: scuole, chiese e moschee. Non si riconoscono più le strade».

La speranza è che la guerra possa finire perché, dice, «è stata già troppo lunga. Tra la popolazione c’è pessimismo, non c’è segno di una prospettiva migliore o di un cambiamento». L’attività in Terra Santa è caratterizzata da un importante progetto di aiuto alle popolazioni cristiane.

«Come diocesi di Gerusalemme, con il Patriarca Pizzaballa, operiamo con i Cavalieri di Malta e i Cavalieri del Santo Sepolcro, aiutiamo la gente a non morire di fame o di malattie grazie alle donazioni che arrivano da tutta Europa e dagli Stati Uniti. Ogni 15 giorni – racconta monsignor Marcuzzo – partono i camion con frutta e scatolame. La nostra chiesa cattolica della Sacra Famiglia opera tutti i giorni a favore di chi ha bisogno».

Il fatto che da un evento come lo Jesolo Sand Nativity partano messaggi universali di pace è un qualcosa che non lascia indifferente l’autorità religiosa. «La sabbia rappresenta la vulnerabilità dell’uomo e della società. Ma anche con questa vulnerabilità possiamo fare qualcosa di significativo, perché c’è arte e c’è amore. Ed è quello che sta facendo questa città».