Caorle, studenti della Lepido Rocco a caccia di rifiuti con Plastic Free
11 Novembre 2024Oltre 5 milioni di chili di rifiuti. È quanto i volontari di Plastic Free hanno tolto dall’ambiente dal 2014 al 2024. Una goccia nel mare, considerando la quantità mostruosa di rifiuti che inquina l’ambiente mondiale, ma per riempire un mare, anche le singole gocce contano. E non si limita solo alla raccolta l’attività dei volontari dell’associazione ambientalista.
Oggi, infatti, Irene Zambusi, la referente di Plastic Free Caorle è tornata per la seconda volta all’Istituto Professionale Lepido Rocco per incontrare una nuova classe prima e raccontare loro cosa fa Plastic Free per l’ambiente, ma soprattutto cosa può fare ogni singola persona.
«Abbiamo passato 50 minuti in aula dove ho spiegato gli effetti dell’inquinamento da plastica, sia sulla salute umana che sugli animali e l’ambiente – racconta Irene Zambusi –. Passando anche per le azioni e le buone pratiche che si potrebbero intraprendere per tentare di arginare il problema.
Gli studenti sono rimasti molto sorpresi dai dati presentati e sono stati molto attenti durante la spiegazione».
La seconda fase dell’attività ha visto poi tutti indossare guanti e afferrare sacchetti, diretti verso la spiaggia antistante il Don Pablo, procedendo verso ponente, a “caccia di rifiuti”.
«Ne abbiamo trovati di ogni sorta, come sempre. Da un grande ombrellone spiaggiato, portato dal mare, ai soliti involucri di polistirolo, passando per gli immancabili tappi di plastica e mozziconi di sigaretta.
Un’attività che spero abbia lasciato qualcosa di buono a ciascuno di loro, perché possa crescere con la consapevolezza di quanto delicato sia l’ambiente e quanto le azioni dell’uomo contino, in positivo quanto in negativo con abitudini sbagliate».
E la missione di Irene non finisce qua.
«Nei prossimi mesi inizieremo un altro grande progetto di sensibilizzazione, dove coinvolgeremo oltre 200 studenti delle scuole elementari e medie, raggiungendo tutto il territorio comunale, quindi anche la frazione di San Giorgio di Livenza».
(Foto dal profilo social di Irene Zambusi)