San Stino, alla Poloplast il convegno di Confapi Venezia su rientro a lavoro dopo la nascita di un figlio
10 Ottobre 2024Le politiche di welfare da adottare e tutte le informazioni utili per agevolare competitività, flessibilità lavorativa e un equilibrio, sempre più fondamentale, tra vita professionale e privata. Questi gli argomenti del workshop gratuito organizzato oggi pomeriggio da Apindustria Servizi, braccio operativo di Confapi Venezia, alla Poloplast di San Stino di Livenza, realtà che ha ospitato esperti del settore ed esempi virtuosi sul territorio dedicati al rientro al lavoro di un genitore dopo la nascita di un figlio.
Presenti anche il sindaco di San Stino Gianluca De Stefani e la Presidente del Gruppo Donne Imprenditrici ConfapiD Venezia Cheti Ciuto, che hanno anticipato le testimonianze aziendali e i consigli pratici per gestire questo delicato momento di transizione.
I partecipanti, infine, hanno visitato lo stabilimento produttivo, che si occupa di packaging per il settore alimentare dal 1994. A moderare l’evento il giornalista Carlo Maria Righetto.
Luana Teso, psicologa e presidente territoriale del Gruppo Donne Imprenditrici ConfapiD Treviso, ha parlato delle soluzioni individuate e delle best practice applicate al tema, mentre a fornire indicazioni legali e contrattuali è stata Ilaria Trinca, avvocata e consulente per la parità di genere.
«I dati del rapporto annuale Inps 2024 – spiega l’avvocata Ilaria Trinca – ci dicono che in Italia, nell’anno successivo alla nascita del primo figlio, le madri hanno una probabilità di abbandonare il lavoro superiore al 18% rispetto a prima della maternità e così per i successivi due anni. Quelle che invece restano al lavoro subiscono una diminuzione del reddito di circa il 16%. Non ci sarà parità di genere se non si favorisce la genitorialità riequilibrando i tempi di lavoro e di cura di entrambi i genitori».
Il tasso di occupazione femminile, nel 2023, è stato del 53,5%. Di queste il 31,2% lavora part-time. La retribuzione media delle donne in Italia nel 2023 è stata inferiore del 18% a quella degli uomini. Un altro aspetto emerso dal workshop è quello legato al cosiddetto “lavoro di cura non retribuito”, ossia le attività quotidiane dedicate a bambini, gestione della casa, assistenza a familiari o anziani malati. Per la Banca d’Italia, nel 2023, si sta parlando in media di 4 ore e 40 minuti al giorno per ogni donna, contro 1 ora e 50 minuti al giorno per gli uomini.
«Per sviluppare opportunità e servizi per favorire l’imprenditoria femminile – commenta la presidente Teso – servirebbero maggiori infrastrutture, come per esempio gli asili nido, a prezzi più accessibili. Così come maggiori incentivi economici per quelle donne, magari con partita iva, che non sono tutelate dai contratti aziendali. Per le dipendenti, invece, una maggior tutela del lavoro femminile visto che al rientro dalla maternità spesso le donne vengono demansionate o accompagnate alla porta. Devono essere inserite in specifici percorsi di reinserimento, che le consentano di tornare a regime in serenità anche dopo mesi di assenza».
Da non trascurare, infine, il tema del congedo di paternità obbligatorio: nel 2023 ne hanno fruito, in Italia, il 64,5% dei padri.
«La conseguenza di questo – conclude Trinca – è sotto gli occhi di tutti: a livello sociale ed economico il numero di nascite è sceso ormai stabilmente sotto le quattrocentomila l’anno, fermandosi nel 2023 a 379.000 e segnando un calo dell’3,6% rispetto all’anno precedente».