Territorio

Musile, le ossa rinvenute sul Piave non erano di soldati della Grande Guerra

30 Maggio 2024

Le indagini svolte con l’analisi del Carbonio 14 hanno stabilito che i resti ossei, rinvenuti a più riprese sulle sponde del Piave in località Croce, non appartenevano a soldati morti durante la Grande Guerra. Si tratta di persone decedute probabilmente nel corso del Cinquecento. Tesi che avvalora la presenza in quella zona di un cimitero annesso a una vecchia pieve.

Sono le conclusioni a cui è giunta la Soprintendenza, che ne ha dato informazione al Comune di Musile. Si chiude così una vicenda, che per tanti anni ha tenuto banco nella Destra Piave. Era il 2011 quando, in seguito a una frana causata da una piena del fiume, furono rinvenuti i primi resti scheletrici. Subito il pensiero era andato alla possibilità che si trattasse di soldati morti durante le battaglie della Prima Guerra Mondiale, visto il ritrovamento di alcuni metri di rete metallica. Già allora, però, l’anatomopatologo Andrea Galassi, incaricato dalla Procura, aveva ipotizzato che si potesse trattare di resti cimiteriali, perché i campioni ossei rinvenuti indicavano la presenza di 9 individui, soprattutto maschi, ma dai 6 anni fino a soggetti anziani, oltre a una donna.

La questione, però, non si chiuse lì. Negli anni, in occasione di altre piene, si sono succeduti altri ritrovamenti di ossa, nel 2013 come tra il 2015 e il 2016. La questione fu presa a cuore da alcuni cittadini, in particolare da Giovanni Cancellier (deceduto nel giugno 2023), che negli anni ha presentato numerose segnalazioni ed esposti, chiedendo tutela per quei resti da lui considerati di interesse culturale e meritevoli di riposare in un ossario della Grande Guerra.

Il resto è storia recente. Nel febbraio 2023 il Comune aveva inviato alla Soprintendenza e ai carabinieri tutta la documentazione sulle ossa, che erano state poi prelevate per le ulteriori indagini. L’esito delle analisi con il radio carbonio eseguite su alcuni denti, ancorché i campioni fossero un po’ rovinati, ha consentito di constatare che non appartengono a soldati della Prima Guerra mondiale. «Si tratta di resti probabilmente datati al XVI secolo ma sicuramente non novecenteschi», la conclusione della Soprintendenza che, nell’ambito delle numerose indagini che stanno interessando il territorio di Musile in questi anni, riserverà ulteriore attenzione al sito sulla golena per verificare la presenza dell’ipotizzato cimitero.

«Finalmente si conclude questa vicenda che si trascina da anni ed è stata data una datazione certa a queste ossa, che non può più essere oggetto di discussione», ha commentato la sindaca Silvia Susanna, «Dispiace che il signor Cancellier sia deceduto, perché sarebbe stata l’occasione per spiegare che l’azione amministrativa è sempre stata improntata al rispetto e facendo le giuste indagini. Non erano robe che ci inventavamo noi. Già prima erano state fatte delle indagini e avevamo spiegato. Adesso c’è un’ulteriore conferma di quello che già si sapeva».