Territorio

Taxi gratis presso le discoteche per far rientrare a casa i ragazzi sotto l’effetto dell’alcol

8 Agosto 2023

Giovedì scorso è stato firmato al Mit, alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, un protocollo d’intesa con le associazioni rappresentative dei locali di intrattenimento notturno, per un progetto sperimentale che prevede taxi gratis per tornare a casa a fine serata.

Il Mit, nell’ambito delle iniziative sulla sicurezza stradale, ha stanziato fondi per pagare il taxi o la navetta a chi, sottoponendosi all’alcol test all’uscita delle discoteche, superi il limite previsto per mettersi alla guida. In questo caso, la persona sarà riportata a casa, così come le persone che accompagnava. Saranno i locali di intrattenimento, previa convenzione con le compagnie locali di tassisti o Ncc, a fornire il voucher.

Si tratta di un progetto sperimentale che per ora riguarda i primi sei locali notturni, individuati sul territorio nazionale e per il periodo che va da agosto a metà settembre.

Nel territorio del Veneto Orientale la scelta è ricaduta sulla discoteca Il Muretto di Jesolo Lido.

L’iniziativa non ha trovato d’accordo l’associazione italiana familiari e vittime della strada, che ha voluto inviare una lettera aperta proprio al Ministro delle Infrastrutture Salvini, ed anche alle autorità politiche: Presidenti della Repubblica e del Consiglio, e Ministri: Interno, Scuola, Sanità, Disabilità, Giustizia, Affari europei e politiche di coesione e PNRR, Difesa.

«Noi, familiari di Vittime della strada, non ci saremmo aspettati una decisione del Ministro Salvini in contrasto con le sue stesse dichiarazioni – introduce Giuseppa Cassaniti, Presidente di AIFVS APS –, diffuse per sostenere le modifiche al c.d.s. Ne riportiamo alcune che ci facevano ben sperare e da noi condivise: “più sicurezza e maggiore severità”, “regolamentare, educare, prevenire e punire”, “promuovere una revisione integrale del c.d.s.”.

Avevamo anche apprezzato l’iniziativa del Tavolo della sicurezza stradale al Ministero delle Infrastrutture del 22 marzo scorso, al quale abbiamo partecipato consegnando le nostre proposte, ritenendola un segno produttivo di confronto democratico.

Le parole, che sono portatrici di significato e non suoni da affidare al vento, non possono essere tradite da coloro che, dirigendo un servizio, hanno la piena responsabilità di compiere scelte politico-amministrative funzionali agli obiettivi da raggiungere: garantire sulla strada vita e salute dei cittadini.

L’iniziativa dei taxi sopra indicata tradisce sia le dichiarazioni e sia gli obiettivi, essendo orientata non ad educare e a prevenire ma ad incoraggiare i giovani a bere per ubriacarsi, tanto possono tornare a casa ubriachi a spese dello Stato. E i genitori di fronte ad un figlio, al quale hanno dato i soldi per divertirsi, ed invece torna a casa strafatto, con occhi stralunati e vomito, non si chiedono nulla? Tutti dobbiamo riflettere sull’uso della libertà: se non ha dentro di sé il senso del limite è libertinaggio, prepotenza, perdita della dignità umana e, nella movida, tendere consapevolmente a coniugare lo “sballo” con il divertimento.

Visto che l’utilizzo del taxi è per chi risulta positivo all’alcol test, eseguito dal Servizio mobile delle dipendenze della Asl, ci chiediamo perché tale risultato non venga utilizzato per incidere sulla responsabilità dei gestori delle discoteche, anche con controlli mirati, e comunicare ai ragazzi, prendendone nota, che non possono guidare, perché chi guida non deve bere. Ed inoltre, se si vuole realmente conseguire l’obiettivo di salvare vite umane, cioè tendere a “fermare la strage stradale”, vorremmo conoscere i motivi che impediscono allo Stato di garantire la formazione presso tutte le scuole, ponendo attenzione ai risultati, ed anche i controlli sistematici, non a macchia di leopardo ma a tappeto, non solo presso i locali di divertimento e di ritrovo ma anche su tutte le strade del nostro (in)civile Paese, sulle quali si registra una carneficina di circa 9 morti e 661 feriti al giorno. Trattandosi di una guerra non dichiarata, per fermarla con interventi di controllo per garantire la civile convivenza, riteniamo che si possano utilizzare i numeri consistenti dell’esercito, attraverso opportuna informazione alla cittadinanza.

Riteniamo che la trovata dell’uso dei taxi non produca nulla di buono sia per la crescita dei giovani e sia nei confronti del Ministro Salvini, la cui idea afferma di essere nata dopo l’incontro con una delegazione di giovani influencer a seguito dell’incidente di Casal Palocco, vittima il piccolo Manuel. Per questa grave vicenda avevamo comunicato alle autorità politiche, tra cui anche al Ministro Salvini, di prendere posizione contro le folli corse amplificate sul web, che di fatto non subiscono censure, confondono il virtuale con il reale, ed orientano i ragazzi a pensare che la vita si costruisce non con la cultura e l’approfondimento dei significati, ma con la superficialità dei like. Si tratta di una situazione fuori controllo, che va regolata con una riforma di legge che ricordi il nome di Manuel e preveda la possibilità, attraverso un organismo di controllo e coinvolgendo l’Unione Europea, di oscurare la pagina quando si riscontra nei video trasgressione delle norme in vigore nel nostro Stato, e respingendo l’ingerenza e i contenuti lesivi per la crescita dei minori.

Su questi problemi chiediamo una seria riflessione a tutti i politici per dare risposte adeguate, anche con il coinvolgimento di enti ed associazioni che si battono da anni per la salvaguardia dei giovani. A tal fine, inviamo la presente non solo al Ministro Salvini, ma anche alle altre autorità politiche e alla stampa, chiedendo a tutti riscontro alle nostre richieste, in base al quale possiamo conoscere il loro livello di cultura democratica.

Nel sandonatese, si è cisto critico riguardo al progetto del Mit anche Leopoldo Comparin, direttore scientifico di INAE, nonché responsabile dell’osservatorio nazionale Obiettivo ZERO VITTIME, da oltre 15 anni collaboratore del legale Gianmarco Cesari dell’Associazione Italiana Familiare della Strada (AIFVS), che ritiene «il progetto TAXI GRATIS un intervento da confutare totalmente, nel merito della forma e della procedura, in quanto mira ad inficiare anni e anni di impegni contro l’abuso dell’alcool a danno anche dei progetti di pubblicità progresso di Guida e Basta “No Telefonino , No alcolici e No droghe”».

Comparin concorda quindi con le critiche mosse da Paolo Crepet al Governo e agli ideatori: «TAXI GRATIS porta un messaggio sbagliato ai giovani che potrebbe essere capito come un gioco “beviamo che intanto poi abbiamo il TAXI GRATIS”; un atto di sudditanza nei confronti di chi non ha responsabilità, i giovani devono sapere che ci si può divertire anche senza ubriacarsi e drogarsi e che la collettività non può pagare il TAXI a degli irresponsabili.

In queste ore ho avuto diversi congressi telefonici con il referente regionale AIFVS Paolo Battistini e con la Presidente AIFVS Giuseppina Cassaniti. Il risultato è stata una lettera aperta al Ministro Salvini».

Lo stesso avvocato Gianluca Liut, in un post sulla pagina Facebook di obiettivo ZERO VITTIME, ha concordato con la posizione di Comparin, scrivendo: “I denari vanno investiti nell’educazione stradale e più in generale civica in luogo di essere destinati a “giustificare” condotte scellerate. Hai il diritto di “bere”? Hai il dovere di non guidare. Non hai chi ti possa accompagnare a casa o altrove? Il taxi te lo paghi. Bere non è un diritto sociale. È una scelta personale. A cui consegue, come ogni scelta personale, una responsabilità. I “taxi gratis all’uscita dalla discoteca” sono un invito alla irresponsabilità”.