Cultura ed Eventi

Ulss4, i vincitori dei premi letterario e fotografico “Città amica delle persone con demenza”

25 Ottobre 2022

Dopo oltre un mese di eventi ed iniziative collegate alla demenza, con il coinvolgimento di comuni, associazioni di volontariato, librerie, partner pubblici e privati del Veneto Orientale, e la firma di un protocollo dedicato a sensibilizzare istituzioni e popolazione nei confronti di persone con demenza, il progetto dell’Ulss4 “La Città amica delle persone con demenza” è giunto all’epilogo.

Sabato 22 ottobre al Caffè Letterario di San Donà si è svolta la premiazione dei due concorsi collegati al progetto, i quali hanno riscosso un’ampia partecipazione di concorrenti: 51 fotografie per il concorso fotografico e 68 racconti per il premio letterario, di cui 17 da fuori regione ed 1 dall’estero (Albania).

Una giuria tecnica ha assegnato la vittoria del concorso letterario a Mario Dotta di San Donà di Piave, autore del testo “Piero deve dormire” con la seguente motivazione: “Un racconto efficace, icastico, che coglie nel segno e nello spirito in modo originale il tema oggetto di questo Premio. La scansione del tempo attraverso azioni sempre uguali, ripetute e ripetitive fino alla esasperazione, raggiunge lo scopo di provocare lo sconcerto tipico della demenza, mentre l’espediente narrativo “sonno-veglia”, che evoca il binomio vita-morte, presenza-assenza, ricordo-oblio – sapientemente scompigliati dall’autore per confondere, come, del resto, fa la malattia – descrive in modo veritiero l’esperienza di straniamento che il protagonista sta vivendo e induce nel lettore un inevitabile, quanto auspicato in un testo letterario, processo di immedesimazione”.

La vittoria del concorso fotografico è andata a Michele Zambon di San Donà di Piave, autore di “Fantasma in città”, con la seguente motivazione: “Per il forte potere evocativo dell’immagine, capace di mettere in relazione l’interno con l’esterno. La rappresentazione ricorda e conduce a pensare come la perdita della memoria sia una perdita di libertà e di relazione con la città, che sta lì fuori, e continua a condurre la sua vita. Un canto delicato di una tenda, che si pone come sipario della coscienza”.