Territorio

Occupazione, Confapi chiede di rimettere al centro l’impresa e il suo valore

6 Agosto 2022

Dall’analisi dei dati di Veneto Lavoro, nel primo semestre dell’anno in corso, il mercato del lavoro ha fatto registrare un andamento positivo per quasi 77.500 posti di lavoro, con le assunzioni che hanno toccato un +30% rispetto al 2021 e sugli stessi livelli del periodo pre-pandemico nel 2019.

Se però da gennaio ad aprile il recupero è stato consistente, a maggio e giugno si è verificato un rallentamento della crescita con un calo della domanda di lavoro pari al -3% rispetto all’anno precedente. Il mercato del lavoro Veneto, quindi, ha registrato i primi segnali di flessione dopo un lungo periodo di crescita seguito alla riapertura delle attività produttive dopo il blocco del 2020.

Sono ben 55.300 i nuovi posti di lavoro registrati nel primo semestre 2022 a tempo determinato, ma a crescere sono anche i contratti a tempo indeterminato (+20.800 tra gennaio e giugno a fronte di un saldo pressoché invariato nel 2021) e le trasformazioni, quasi raddoppiate rispetto allo scorso anno.

L’andamento occupazionale dei primi sei mesi dell’anno è particolarmente positivo nei servizi, e nelle province di Venezia e Verona. Il settore terziario, infatti, guadagna 54.300 posizioni di lavoro e registra un incremento delle assunzioni pari al 41% rispetto al 2021, con picchi del +66% nel turismo.

L’industria ha fatto registrare 16.100 nuovi posti di lavoro, con un incoraggiante aumento delle assunzioni del 26% e incrementi superiori alla media nel metalmeccanico (+30%) e nelle industrie chimica, plastica e farmaceutica, mentre l’agricoltura prosegue nella sua fase negativa, con un calo delle assunzioni del 5%, ed è l’unico settore a mostrare risultati inferiori alla situazione pre-pandemica.

Come sottolineano i ricercatori di Veneto Lavoro, la manifattura italiana registra un tasso di contrazione mensile particolarmente elevata e le stime di crescita del Pil, tanto nazionale quanto regionale, sono riviste al ribasso.

A destare non poche preoccupazioni rimangono le dinamiche internazionali legate al protrarsi del conflitto russo-ucraino, il caro energia e le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati, nonché la nuova crisi governativa nazionale. Tutti questi fattori negativi potrebbero portare a pesanti conseguenze anche sulla tenuta della produzione e dei livelli occupazionali.

“Il Veneto e la Città Metropolitana di Venezia si confermano locomotiva d’Italia, in grado di tornare su livelli occupazionali e produttivi pre-pandemici – ha commentato il presidente di Confapi Venezia Marco Zecchinel –. Purtroppo, l’autunno si presenta denso di fattori preoccupanti, la guerra, l’inflazione, l’euro debole, le criticità delle filiere logistiche e del settore edilizio, oltre alla possibile quarta ondata COVID.

Confapi Venezia richiama le forze politiche nazionali e locali a porre al centro dei loro programmi elettorali il tema dell’impresa e della sua capacità di generare valore. Personalmente ritengo sia necessario un nuovo ‘Patto Sociale’ tra politica e società civile, al fine di preservare l’ecosistema delle piccole e medie imprese e favorire la loro competitività internazionale”.