Territorio

Jesolo, dal 1° luglio Caribe Bay sarà pronto a riaprire

14 Aprile 2021

Caribe Bay riapre giovedì 1° luglio. La famiglia Pareschi, che da oltre 30 anni gestisce il Parco a tema acquatico più premiato d’Italia, ha ufficializzato la data di riapertura, dopo lo stop forzato della scorsa estate, dettato dall’emergenza pandemica che ha colpito tutto il pianeta.

La macchina organizzativa è già stata, dunque, avviata: «Mentre attendiamo le indicazioni specifiche, da parte delle autorità preposte, con i protocolli dedicati – commenta Pareschi – da parte nostra stiamo lavorando con ancora maggiore impegno per garantire, a tutti i nostri ospiti un divertimento in totale sicurezza. Per Caribe Bay è sempre stato un motivo d’orgoglio, testimoniato dalle molte certificazioni che ci sono state riconosciute: ed aumenteremo ulteriormente la nostra attenzione ed i nostri sforzi. Siamo disposti a sacrificare una parte della stagione pur di garantire il massimo della sicurezza, anche dei nostri collaboratori».

In questi giorni si sta selezionando il personale: con 220 collaboratori, Caribe Bay è l’azienda più grande di Jesolo.

Si avvicina dunque la riapertura, all’insegna della sicurezza e con grandi novità. Si stanno ultimando, infatti, i lavori avviati nell’ottobre del 2019 e poi interrotti per la pandemia che interessano l’area bimbi. Un intervento che ha completamente rinnovato la nuova zona dedicata ai più piccoli, con palme e sabbia caraibica dentro e fuori la vasca, nuove attrazioni e giochi d’acqua e, persino, il servizio nursery. «E siamo pronti a continuare ad investire – assicura Pareschi –, abbiamo presentato all’Amministrazione comunale una serie di progetti per i prossimi anni».

Un’apertura, quella del 1° luglio, spinta dalla voglia di riconsegnare alla città una grande attrazione e un servizio per i suoi ospiti, ma che non può non considerare gli strascichi della pandemia. A causa della chiusura del 2020, il Parco ha avuto una perdita di oltre 2 milioni di euro.

«Dal Governo – commenta amaro Luciano Pareschi – abbiamo ricevuto una elemosina di 4mila euro, per il fatto che i parchi sono di competenza del Ministero dello Spettacolo e non inquadrati all’interno del settore turismo. Questo impedisce ai parchi l’accesso ai mini-bond del turismo e di ottenere forme di finanziamento a lungo termine per assorbire il trauma di questa pandemia».

La situazione dei parchi si presenta quindi drammatica: ben cinque realtà di grosse dimensioni sono passate di mano a fondi d’investimento stranieri ed altri stanno rischiando di passarci per pochi soldi o addirittura di chiudere.