Territorio

Covid, l’allarme di Confartigianato: “La zona arancione nel Veneziano taglia i clienti per 4 mila aziende artigiane”

8 Marzo 2021

“Scatta un nuovo lockdown da zona arancione e per quasi 4 mila imprese artigiane che lavorano anche con quel poco che si riesce ad incassare grazie alla clientela che arriva da fuori Comune saranno settimane drammatiche”.

A lanciare l’allarme è Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia. I meccanici, le estetiste, le pulisecco, ma anche gli ottici e gli ortopedici, pasticcerie e panettieri insieme a molte altre categorie già allo stremo, da oggi non potranno più contare sulla clientela fiduciaria che per avere i loro servizi e merci arriva da fuori Comune. “Un dramma nel dramma, perché questo lockdown necessario, che ripiomba a causa della tragica situazione sanitaria, fermerà anche quel poco in più che magari la Pasqua poteva attivare”, dicono da Confartigianato.

“La cosa più sconsolante è che essendoci non solo un tipo di vaccino, ma più tipi, siamo ritornati indietro anziché andare avanti – commenta il presidente della Confartigianato Metropolitana Siro Martin – . I ritardi nella vaccinazione di massa sono evidenti e i risultati tragici. La nostra economia è già quasi azzerata e con questa nuova necessaria decisione le cose si faranno ancora più drammatiche. Ritengo giusto vaccinare le fasce più deboli, ma nel piano vaccini tra le priorità debbono rientrare anche i lavoratori, le fasce sociali produttive, perché contribuiscono in maniera essenziale ed insostituibile a generare valore e alimentare la spesa, cioè quello che oggi non c’è e sta pian piano azzerando l’economia e il futuro del tessuto economico”.

Dai dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato, in provincia sono ben 3.779 le imprese artigiane che nel veneziano lavorano anche grazie alla clientela fiduciaria; 209 orafi, 180 carrozzieri, 594 meccatronici, 1268 acconciatori, 551 estetiste, 44 tra ottici ed ortopedici, 161 copisterie, 150 fotografi, 167 grafici, 149 pulisecco, 117 sarti/stilisti, 60 calzolai e 129 riparatori elettrotecnici.

“Tutte categorie che con questo nuovo blocco non hanno prospettive nemmeno nel breve periodo. Faccio l’esempio dei panettieri, che non possono nemmeno programmare l’acquisto delle farine o altre materie prime perché non sono in grado di ipotizzare quanto venderanno – aggiunge il direttore di Confartigianato Matteo Masat – con un danno che ricade immediatamente sull’intera filiera e non solo sugli incassi del singolo artigiano. Abbiamo fiducia in quello che potrà fare il presidente Draghi, ma questa fiducia logorata da questa continua emergenza sanitaria non è sufficiente per pagare gli stipendi, le tasse, i mutui e mandare avanti un’economia già pesantemente provata”. Per questo secondo Martin serve anche “Un cambio di passo nella campagna delle vaccinazione, dove bisogna accelerare in tutti i settori. Abbiamo iniziato correttamente con gli operatori sanitari e con il personale scolastico ora, se veramente si vuole salvare l’economia bisogna continuare con decisione a vaccinare il resto dei lavoratori con un’agenda precisa e priva di pause. Come sistema Confartigianato, siamo pronti a dare il nostro contributo per velocizzare la campagna vaccinale soprattutto nell’ambito degli ambienti di lavoro”.