Cronaca

Contagi alla CRI di Jesolo, Confcommercio ha presentato querela alla Procura della Repubblica

18 Luglio 2020

«Vogliamo vengano accertate le responsabilità penali di tutti i soggetti coinvolti. Chiediamo di sapere anche quando è stato scoperto il caso, che accertamenti sono stati fatti nei confronti di tutti i soggetti ospitati nel centro. Con riserva di costituzione di parte civile per il danno al tessuto economico della città, che noi, come associazione, rappresentiamo sotto il profilo produttivo». L’avvocato Alberto Teso, delegato comunale di Jesolo di Confcommercio, riassume così i contenuti della DENUNCIA-QUERELA presentata alla PROCURA DELLA REPUBBLICA di Venezia, in merito al caso dei 43 contagiati (asintomatici) tra gli extracomunitari ospitati nella struttura della Croce Rossa di Jesolo.

Fin da subito Confcommercio (assieme ad Aja, l’associazione degli albergatori) aveva chiesto l’apertura di formali indagini per accertare eventuali responsabilità in merito a questo focolaio che sta rischiando di avere un irreparabile danno d’immagine per una città che vive di turismo.

Ed oggi Confcommercio, con l’avvocato Teso per l’appunto, è passata alle vie legali, presentando una denuncia-querela.

«Qualora venisse accertato che la gestione degli ospiti del centro della Croce Rossa di via Levantina sia stato quantomeno caratterizzato da leggerezza e scarsa professionalità – si legge nel documento – è evidente che delle gravissime conseguenze economiche che ne sono seguite dovrebbero rispondere i responsabili dei comportamenti imperiti predetti».

Vengono, quindi, chiesti tutta una serie di accertamenti, per poi arrivare alla conclusione.

«Eventuali comportamenti attivi od omissivi in ordine a quanto indicato o, ovviamente, a quanto potrà essere ulteriormente accertato dall’Autorità Giudiziaria, costituiscono fattispecie penalmente rilevante… Sono, infatti, di tutta evidenza le conseguenze disastrose, sotto il profilo economico ed anche dell’immagine della città, che vive di turismo, di un’eventuale negligenza nella gestione della circostanza esposta, sia prima della scoperta (erano opportune delle verifiche periodiche sullo stato di salute degli ospiti immigrati da zone ad alto contagio e scarsa presenza di strutture sanitarie), che dopo la stessa.
Ravvisando nei fatti sovraesposti gli estremi di reato, il sottoscritto sporge formale DENUNCIA-QUERELA nei confronti di tutti i soggetti eventualmente coinvolti nei fatti esposti in narrativa, anche a titolo meramente omissivo, chiedendo che si proceda penalmente nei loro confronti… con riserva espressa di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale per il risarcimento dei danni subiti».

La denuncia è anche per l’accertamento di eventuali omissioni ed abuso di atti d’ufficio.

Per Teso quanto accaduto è la riprova «che una struttura del genere non può essere ospitata a Jesolo, città di grande affluenza e che sta vivendo probabilmente il periodo più drammatico della sua storia.

Sarebbe ora che la Cri si rendesse conto una volta per tutte che un palazzo frontemare, in una città a vocazione esclusivamente turistica, non è un luogo adatto per ospitare in pieno luglio profughi ed immigrati clandestini. E se qualcuno ha rallentato le procedure di sgombero nei giorni scorsi, se ne deve assumere la responsabilità».