Cronaca

Jesolo, il futuro dell’area archeologica “Le Mure”

6 Febbraio 2020

Alla luce delle sempre maggiori scoperte che stanno interessando l’area archeologica “Le Mure” con ritrovamenti significativi, l’amministrazione comunale valuta ora i prossimi passi per una valorizzazione complessiva del sito e la sua apertura al pubblico.

 

Tra le prime tappe la ripresa del programma di lavoro assieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia e alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna per proseguire nell’indagine della zona e aggiungere altri nuovi tasselli alla conoscenza del territorio.

La campagna di scavo sarà rinnovata anche per il 2020 è sarà suddivisa in due tranche: una a maggio che si concentrerà sulla pulizia del sito su cui sorgono i resti di Torre Caligo (alle porte di Jesolo) e l’apertura dell’area del Monastero di San Mauro; la seconda a settembre vedrà la ripresa degli scavi al monastero. Saranno organizzate visite guidate per turisti e residenti sia a maggio che a settembre, con l’ipotesi di qualche appuntamento specifico durante l’estate.

Più a lungo termine, l’amministrazione sta valutando le tappe necessarie per un recupero e una riqualificazione dell’intera area delle Antiche Mura prevedendone l’apertura al pubblico e la fruibilità, magari con percorsi dedicati e la creazione di un polo attrattivo che possa integrare l’utilizzo di nuove tecnologie e realtà immersiva.

Sempre nella futura valorizzazione del patrimonio archeologico di Jesolo, rientra anche la realizzazione di un museo dedicato, con spazi espositivi dove mettere in mostra i reperti rinvenuti negli anni, gli splendidi mosaici e possa integrare anch’esso nuove tecnologie per un’esperienza di museo interattiva e più digitale. Per questo obiettivo l’amministrazione punta al recupero della sede dell’ex ragioneria comunale di Jesolo paese con l’affidamento ad uno studio esterno del progetto di riqualificazione e l’ampliamento della struttura che sorge accanto alla chiesa arcipretale di San Giovanni Battista e si trova in una posizione strategica per promuovere anche la realtà del centro storico.

Obiettivi di lungo termine per i quali verranno studiati modalità di realizzazione di e finanziamento.

 

CAMPAGNA DI SCAVO 2019:

L’area è occupata per la maggior parte dalle murature pertinenti all’edificio religioso del complesso di San Mauro. Le strutture appena riportate alla luce corrispondono in toto a quelle fotografate nel 1954 da G. Longo che per la prima volta aveva indagato questa zona. Tuttavia, l’accurata analisi stratigrafica e le nuove metodologie messe in campo dall’equipe di Ca’ Foscari hanno portato all’individuazione di almeno tre momenti costruttivi distinti, relativi al complesso di San Mauro. Appartenente all’ultima di queste fasi, databile all’XI secolo è stata rinvenuta una splendida vera da pozzo alla veneziana, perfettamente conservata, all’interno del chiostro.

L’ipotesi più verosimile è che inizialmente l’area fosse occupata da una chiesa con funzione di pieve, attorno alla quale si è ampliata un’area cimiteriale usata dagli abitanti di Equilo.

In una fase successiva, il complesso si è ampliato e trasformato, dotandosi oltre che della chiesa, anche da un poderoso campanile e da ambienti monastici.

 

Di importanza straordinaria il ritrovamento, a sud-ovest del sito, a ridosso del Canale di San Mauro, le cui tracce sono ancora ben evidenti dalle foto aeree, di un molo in pietra, affiancato da pali d’attracco in legno (bricole) e da una piroga scavata in un unico tronco di quercia (monossile).

 

 

Questa scoperta eccezionale, al momento solo parzialmente indagata, è un unicum tra i rinvenimenti di scavo dell’archeologia italiana, e merita di essere indagata esaustivamente nel prossimo futuro.

Il lavoro degli archeologi di Ca’ Foscari consentirà di gettare nuova luce sulle complesse e insospettabili dinamiche ambientali e di insediamento che hanno coinvolto questo luogo dall’età tardoantica alla fine del medioevo.

 

 

LE TAPPE PRECEDENTI:

Dopo il rinvenimento della mansio tardo antica, nel 2018 gli archeologi si erano concentrati nell’area di San Mauro, a nord della località “Le Mure”, scavata per la prima volta nel 1954 da G. Longo, assistente della Soprintendenza archeologica di Padova che vi aveva identificato i resti del monastero di San Mauro, citato nelle fonti medievali. I primi lavori di scavo avevano portato al ritrovamento di una piccola chiesa triabsidata, dotata di arredi architettonici tipicamente altomedievali, affiancata da altre strutture murarie più recenti, forse collegate al monastero. Ma in seguito le rovine erano state lasciate in stato di abbandono.

La campagna di scavo 2018, ha ridato nuova vita a questo sito proseguendo l’indagine dell’intera area di San Mauro per comprendere lo sviluppo dell’abitato di Equilo a nord dell’isola tardoantica (già indagata tra 2013-2016), riportando alla luce le eventuali strutture del complesso religioso, almeno quelle che potevano essersi conservate sotto il peso delle macerie e valutandone lo stato di conservazione.

L’indagine del 2018, svolta sempre in collaborazione con il Comune di Jesolo e con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, ha riportato alla luce l’abside laterale della chiesa confermando, da una parte, i risultati dello scavo svoltosi nel 1954 e raccogliendo, dall’altra, numerosi dati del tutto inediti. È stato possibile infatti individuare e indagare depositi mai scavati in precedenza, sia all’interno che all’esterno dell’edificio e datare la formazione di questa porzione dell’insula Equilo al VII secolo d.C.

Inaspettato il rinvenimento di 15 sepolture di adulti e bambini, appartenenti al cimitero annesso alla chiesa, per ora indagato solo parzialmente. Eccezionale è stata la messa in luce delle fondazioni del campanile di cui si era persa memoria, costituite da un esteso basamento in legno e da perimetrali spessi ben 160 cm, costruiti con grandi pietre squadrate.

 

Considerato il successo di questa prima indagine esplorativa, gli archeologi desideravano portare alla luce anche il resto delle strutture.