Cronaca

Danni cimice asiatica: Bibione scrive al ministro Bellanova

10 Febbraio 2020

Danni cimice asiatica nel Veneto Orientale, la Conferenza dei sindaci della costa affronterà l’emergenza. Bibione scrive al ministro Bellanova.

 

Le organizzazioni del mondo agricolo, dalla Coldiretti a Confagricoltura fino alla Confederazione italiana degli agricoltori (Cia), lanciano l’allarme ormai da diversi anni. La cimice asiatica, ancora più infestante di quella autoctona, sta mettendo in ginocchio il mondo agricolo.

 

 

Nel 2019 si parla di danni, nel solo Veneto Orientale, per circa cinque milioni di euro. Con l’arrivo della prossima stagione agricola, il problema rischia di ripresentarsi in forma ancora più drammatica. La Regione si è mobilitata al sostegno del comparto agricolo. E anche a livello nazionale si stanno studiando delle contromisure.

Proprio al governo ha deciso di scrivere il Comune di San Michele-Bibione. La missiva è stata indirizzata al ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. «Viste le preoccupazioni e i danni causati e documentati dalle nostre piccole imprese agricole», si legge nel testo, «le chiediamo di attivarsi con la struttura ministeriale affinché vengano promosse e divulgate le opportunità derivanti da strumenti innovativi tra i quali i fondi mutualistici agevolati e riconosciuti a livello europeo  che hanno per il nostro territorio come organismo di gestione e riferimento l’Agrifondo Veneto-Friuli Venezia Giulia».

Nella prossima conferenza dei sindaci il coordinatore dei primi cittadini della Costa Veneta, Pasqualino Codognotto, porterà il problema all’ordine del giorno.

 

Annalisa Arduini, assessore attività produttive Comune di San Michele-Bibione:
«La nostra forte e motivata preoccupazione è perché nelle circa mille piccole imprese del Veneto orientale legate al settore dell’ortofrutta, che danno lavoro a 2 mila addetti, si possano verificare cali nell’occupazione.  Ci sono alcune aziende agricole della nostra realtà territoriale (Portogruarese-Sandonatese) che minacciano di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100% della produzione, se non si troveranno soluzioni veloci ed efficaci, mandando in fumo anche ingenti investimenti realizzati negli anni».