Cronaca

Confindustria Venezia, Marinese: Sulla ZES troppa ipocrisia

2 Novembre 2019

A sessanta giorni dalla scadenza del termine per il riconoscimento della Zona Economica Speciale, il Presidente di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese torna a incalzare il Governo.

Nel 2020, infatti, potrebbero non essere confermate le aree dove sono ammessi aiuti di Stato superiori alla soglia de minimis, pregiudicando l’opportunità di ottenere la Zes a Venezia e Rovigo.

 

Vincenzo Marinese, Confindustria Venezia:
«Apprendiamo da alcune dichiarazioni rilasciate da membri del Governo, e in particolare da quelle del sottosegretario Baretta in occasione del convegno della FOIV, che le Zes al Nord non si possono fare, poiché non sarebbero state identificate le aree. Sosteniamo con determinazione che sui posti di lavoro non si scherza e che bisogna evitare di fare affermazioni che non corrispondono alla realtà, frutto forse di approssimazione o di poca preparazione. La legge che riconosce le Zone Economiche Speciali al Sud è stata emanata nel 2017, quando l’on. Baretta era sottosegretario del Governo Gentiloni. Si tratta di un provvedimento frutto di una scelta politica incurante del contesto europeo. L’articolo 107 della carta degli aiuti di Stato, richiamato dalla legge che istituisce le Zes, elenca tutte le Regioni, del Sud e del Nord, i Comuni, e talvolta persino le zone censuarie. Per quanto riguarda il Veneto, vengono riportati i Comuni che sono stati indicati nel piano industriale presentato durante la nostra Assemblea Generale.

Non possiamo sottostare al gioco del ‘non si può fare’. Chi all’opposizione ha presentato emendamenti per l’istituzione delle Zes, chiedendo persino un impegno formale da parte del Governo, come mai adesso dice che non si può fare? Perché ora dice che ci sono alcune attività da svolgere che non consentono, ad oggi, l’istituzione della Zona Economica Speciale al Nord, basandosi su presupposti nulli, pretestuosi ed evanescenti. Da una politica seria ci si attende una presa di posizione chiara, senza alcuna demagogia, soprattutto quando i temi mettono sul tavolo investimenti di natura privata e posti di lavoro. Preferiamo che, politicamente, si dichiari di non voler procedere all’istituzione della Zes. Sarebbe una presa di posizione coraggiosa, che comunque dovrebbe confrontarsi con l’esigenza dei territori di individuare le azioni di crescita necessarie per il rilancio dell’occupazione.

Quasi rimpiango il Ministro Lezzi che a tale proposito, prima che cadesse il Governo, aveva preso una decisione chiara. Per questo chiediamo ai parlamentari del Veneto e a quanti dicevano che la Zes era una battaglia, mentre erano all’opposizione, di essere coerenti.

Come Confindustria, insieme a tutti gli attori che hanno dato la propria adesione al progetto del territorio, ribatteremo punto per punto, senza lasciare la possibilità di avanzare pretesti. E se l’ipocrisia dovesse prevalere sul senso di realtà e di responsabilità, a questo punto converrebbe andare subito al voto».