Territorio

Caorle, preoccupa la risalita del cuneo salino nei corsi d’acqua

11 Luglio 2022

La siccità scippa milioni di euro agli imprenditori agricoli. La risalita del cuneo salino, anche nel Veneto orientale, sta portando gravi danni con la perdita di interi raccolti. E da Confagricoltura Venezia parte un appello alla Regione: “Servono indennizzi e interventi straordinari”.

“Ho già perso i raccolti di due terreni per una superficie di 110 ettari – sottolinea Luca Massignani, 47 anni, che gestisce l’omonima azienda con la moglie e il padre Gino di 74 anni. – Considerando anche i costi di produzione, la perdita si aggira sui 500mila euro complessivi. In questa situazione tragica, rischio di giocarmi l’intera azienda perché vivo del lavoro di agricoltore. Ho fatto grandi investimenti per il sistema di irrigazione dei miei terreni sparsi tra Eraclea, Jesolo e Caorle per una superficie totale di 1500 ettari. Il problema è che siamo ben attrezzati, ma manca l’acqua. O meglio l’acqua dei fiumi è salata per la risalita del mare e la mancanza di piogge. Così non possiamo irrigare e intanto il mais muore nei campi”.

Una situazione insostenibile che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di aziende anche nel Veneto orientale. “La stagione si è aperta con il grave problema della siccità già a maggio, quando ho perso il raccolto di 30 ettari di mais da seme e 12 ettari di patate per una perdita totale di circa 160mila euro – riprende Massignani. – Già prima dell’estate infatti nella zona di Ottava Presa a Caorle, dove si trova questo terreno, il consorzio di bonifica non ci permetteva di irrigare perché l’acqua del fiume Lemene presentava livelli troppo alti di salinità. Adesso vedo il mais morire in un altro terreno di 70 ettari e questa volta la perdita supera i 250mila euro. Non si può andare avanti così, siamo abbandonati. Se il meteo è cambiato e si presenteranno sempre più spesso periodi di intensa e prolungata siccità, bisogna correre ai ripari trovando nuove soluzioni. In altri paesi, come Israele, ci si attiva con tecnologie in grado di togliere il sale dall’acqua per poterla poi utilizzare anche a scopi irrigui. Al momento però occorre che qui la Regione intervenga perché siamo di fronte ad una vera e propria calamità naturale e abbiamo bisogno di ricevere degli indennizzi per quanto stiamo irrimediabilmente perdendo”.

Per Confagricoltura è necessario un nuovo piano di gestione dell’acqua. “La siccità sta colpendo quest’anno in modo particolarmente duro perché oltre alla pioggia manca l’acqua per irrigare in molte zone costiere – conclude il presidente di Confagricoltura Venezia, l’eracleense Marco Aurelio Pasti. – E’ necessario un ripensamento dei sistemi irrigui, un potenziamento degli invasi e una gestione più equa dell’acqua che è una risorsa pubblica e quando è scarsa andrebbe ridotta in proporzione a tutti gli areali.

Bene la dichiarazione dello stato di emergenza anche se le risorse stanziate sono di molto inferiori ai danni subiti dalle aziende agricole”.