Territorio

Legambiente: è arrivata l’estate della grande sete

19 Giugno 2022

«Fa notizia la tragica agonia del Po, ma anche nel territorio del Veneto Orientale, giorno dopo giorno, si stanno vistosamente abbassando i livelli idrometrici di fiumi e canali».

Agli allarmi delle associazioni agricole si aggiunge anche quello di Legambiente Veneto Orientale, che cita il bollettino emesso lo scorso 10 giugno dall’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, dove definisce l’attuale situazione di severità idrica a livello medio (codice giallo). Significa che i volumi cumulati negli invasi non sono sufficienti a garantire gli utilizzi idropotabili ed irrigui.

«Il passo successivo nella scala dell’emergenza è il livello alto di severità idrica (codice rosso) – spiegano da Legambiente Veneto Orientala –. Significa che sono state prese tutte le misure preventive ma prevale uno stato critico ragionevolmente non contrastabile con gli strumenti ordinari già previsti dalle norme nazionali e locali e dai vigenti atti di pianificazione (la risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare danni al sistema gravi e prolungati)».

Il prossimo incontro dell’Osservatorio, fissato per giovedì 23, sarà determinante per definire il grado di severità idrica raggiunto e Legambiente auspica che venga compreso senza tentennamenti che le condizioni delle risorse idriche non sono sufficienti a garantire gli usi idropotabili ed irrigui ed è indispensabile adottare misure straordinarie.

«Sembra ormai inevitabile il razionamento della risorsa idropotabile – continua Legambiente –, oltre che di quella irrigua.
Le autorità pubbliche devono, responsabilmente, prendere atto della situazione e adottare al più presto i necessari provvedimenti tra cui la limitazione agli usi a scopi ricreativi dell’acqua potabile.
Quando in una famiglia scarseggiano le risorse economiche, si sacrificano le spese per i divertimenti, perché si dà la priorità ai bisogni essenziali. Lo stesso vale ora per la risorsa acqua.
Per questo chiediamo ai sindaci, in particolare ai sindaci dei comuni costieri, che, con la diligenza del buon padre di famiglia, emanino urgentemente ordinanze per vietare gli usi dell’acqua di acquedotto per scopi ricreativi, come le piscine e i parchi acquatici.
Poi, siccome l’estate è lunga e l’emergenza sarà sempre più acuta, chiediamo che la Regione Veneto assuma un ruolo guida nello studio e nell’attuazione di un piano di razionamento, che preveda misure di risparmio della risorsa idropotabile anche di immediata applicazione, come i rubinetti temporizzati per le docce nelle strutture ricettive e nei villaggi turistici».

«La più grave crisi idrica degli ultimi 70 anni deve farci finalmente capire che i cambiamenti climatici sono una realtà presente ora – conclude Legambiente –; tutti siamo chiamati a cambiare, rivoluzionare dove necessario, il sistema socioeconomico: ne va della nostra sopravvivenza».